Se anche tu soffri di ciclo irregolare, devi prestare molta attenzione a questo rischio: lo conferma uno studio, è molto alto
Sono moltissime le donne che vivono un ciclo mestruale irregolare, con tutti i disagi che comporta. Sebbene dovrebbe essere circa di 28 giorni, in realtà non sono molte le donne che hanno la fortuna di poterselo aspettare esattamente in quel determinato periodo di tempo. Chi soffre di questa problematica, però, secondo un recente studio pubblicato sul Journal of the American Heart Association ha anche un rischio non banale: ecco di cosa si tratta.
Innanzitutto, vogliamo sottolineare come i cicli mestruali irregolari siano dei disturbi che coinvolgono moltissime donne: si parla di una percentuale che si attesta intorno al 20% della popolazione femminile adulta mondiale. Si tratta di un disturbo endocrino correlato a molteplici fattori di rischio: ecco quindi quali sono le possibili conseguenze di un problema di questo tipo.
I cicli mestruali irregolari, secondo un recente studio pubblicato su un’autorevole rivista americana, sono correlati a fattori di rischio per le malattie cardiache: si parla quindi di ipercolesterolemia, pressione sanguigna alta, infiammazione cronica, sindrome dell’ovaio policistico e resistenza all’insulina. Lo studio è stato condotto su più di 58mila donne, che sono state seguite per ben 12 anni: ecco cos’è emerso.
I ricercatori hanno rilevato che le donne che hanno cicli più brevi o più lunghi dei canonici 28 giorni hanno un maggior rischio di sviluppare problematiche cardiache, come attacchi di cuore o fibrillazione atriale. Al momento tale correlazione rimane poco chiara, come sottolinea l’autore senior dello studio Huijie Zhang, medico capo e professore dell’Ospedale Nanfang della Southern Medical University in Cina.
Secondo la sua esperienza, però, considerando la prevalenza delle malattie cardiache nelle donne dei paesi occidentali, il cui 45% è soggetto a questo problema, esplorare questa correlazione e questi fattori di rischio è fondamentale.
Per raccogliere i dati, i ricercatori hanno fatto riferimento alla Biobanca del Regno Unito, un database di informazioni sanitarie riferite a più di 500mila adulti, osservati dal 2006 al 2010. L’età media delle donne prese in considerazione è di 46 anni e, oltre ai dati riferiti alla Biobanca, chi ha aderito è stato anche visitato per quattro volte, nel corso dello studio. Durante i 12 anni di follow-up, tra le partecipanti sono stati segnalati più di 1.600 eventi cardiovascolari.
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